Fare silenzio mentale – parte 1

Cos’è il silenzio
Cerchiamo di definire il silenzio partendo dal suo significato etimologico: dal lat. silentium, der. di silens -entis, part. pres. di silēre «tacere, non fare rumore»
Il presente come condizione necessaria
Silenzio è participio presente di silēre, tacere, e questo dice tanto sulla natura di questo stato. Il participio presente mostra l’attitudine del silenzio a porsi nell’istante come condizione unica e totale: dove regna il silenzio non c’è altro che quello.
“Tacere, non fare rumore“, soffermiamoci su questa ulteriore definizione per gettare le basi del silenzio mentale, perché trattasi essenzialmente di mettere a tacere quel chiacchiericcio costante prodotto dalla mente. Teniamo conto che tale strumento (mente) si comporta esattamente come il corpo e se nutrita senza attenzione può farci incorrere nella “diarrea mentale”: un fiume in piena di pensieri, immagini, emozioni e ricordi.
Primo passo per il silenzio
Arginare il fiume in piena è praticamente impossibile ma il presente (l’istante) ci può venire in aiuto. Evitando di pensare a “devo far tacere la mente” per un certo periodo di tempo, basta sapere che anche un solo secondo di silenzio è un risultato grandioso, soprattutto per chi non lo ha mai fatto. Con la pratica ci si renderà conto che il silenzio è in gran parte abitudine.
Consapevolezza della mente
Prima di fare silenzio anche solo per un secondo, è innanzitutto necessario accorgersi del lavorio costante della mente, così da poter definire “noi nel presente” e “la mente ovunque“. “Noi nel presente”: ciò che emerge quando la mente tace. “La mente ovunque”: la mente è ovunque (passato e futuro) fuorché nel presente.
Quando questi due concetti saranno chiari, allora ci accorgeremo che in realtà sono due stati dell’esistenza che determineranno il nostro affrontare la vita.
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Inoltre vorrei consigliarvi la visione di questo video sulla diarrea mentale poco fa accennata
Stay tuned!